Giuseppe Ungaretti. Il porto sepolto (raccolta poetica)

Il Porto sepolto, uscito a Udine nel 1916 è la prima raccolta edita da Ungaretti e uno dei nuclei fondamentali dell’edizione definitiva dell’Allegria, in quanto comprende 33 dei 74 testi di essa, la metà dei quali giungono quasi inalterati all’edizione definitiva (1931 e poi 1942 e ’62). Da questo primo libro riportiamo le due liriche, il Porto sepolto e Poesia, che esprimono in forma conclusiva la poetica dell’autore. D’un porto sommerso, origine remota e favolosa della città natale, Alessandria d’Egitto, parlavano al poeta due amici al tempo della giovinezza: ma il porto sepolto è, per lui, simbolicamente “ciò che di segreto rimane in noi indecifrabile”. Siamo dunque davanti a un mito delle origini, di quelli, cioè che celano in sé anche il senso d’un destino. Ungaretti ne scopre ora la valenza simbolica, che è dato riscontrare, appunto, nello schema ideale, assoluto dell’essere e dell’agire rivelato d’un mito. Il porto sepolto è ciò che sta sotto e, al tempo stesso, fonda, è luogo sicuro di approdo e avventurosa partenza. Può dunque alludere, come qui, anche all’”inesauribile segreto” che ogni poesia cela e, al tempo stesso, rivela, in quanto illuminazione istantanea, effimera e tuttavia fondatrice del linguaggio, del sentire, della vita dell’uomo. Per questa via, il mito ungarettiano ne incontra altri analoghi: quello di Orfeo, assai caro alla avanguardie novecentesche e, prima, ai simbolisti, che mette in relazione l’invenzione poetica con la discesa agl’inferi; o gli “abissi” di Baudelaire e dei Simbolisti. Esplorazione, scandaglio in profondità, gesto supremo e sempre frustato, a parte qualche illuminazione istantanea e folgorante, discesa nell’abisso dell’inconscio: questa idea della poesia occupa, si può dire, una stagione della letteratura occidentale, da Flaubert al Simbolismo al Surrealismo all’Ermetismo italiano.
Il primo libretto di poesie di Giuseppe Ungaretti (trentadue liriche) si intitola “Il Porto Sepolto” e viene stampato a Udine nel 1916 in soli ottanta esemplari con il finanziamento dell’amico Ettore Serra.
Nel 1919, un editore vero, Vallecchi di Firenze, pubblicherà “Allegria di Naufragi”, che, in diverse sezioni, riunirà poesie inedite, già apparse in rivista (specialmente su “Lacerba”), alcune liriche scritte in francese (già edite nel 1919 in Francia, con il titolo “La Guerre”) e le poesie de “Il Porto Sepolto”.
Nel 1923, a La Spezia, presso la Stamperia Apuana di Ettore Serra, uscirà in cinquecento esemplari e con la prefazione di Benito Mussolini una raccolta intitolata ancora “Il Porto Sepolto”, comprendente alcune poesie nuove e un’ampia scelta delle liriche già pubblicate in “Allegria di Naufragi”.
L’assetto definitivo della raccolta, sotto il nuovo e definitivo titolo “L’Allegria” verrà raggiunto con l’edizione del 1931 della Casa Editrice Preda di Milano. La novità strutturale consiste nella successione delle sezioni, ora disposte secondo un ordine cronologico progressivo. La raccolta comprende settantaquattro liriche, quasi tutte profondamente rielaborate dall’autore, instancabile nel lavoro di revisione dei suoi testi.
L’intervento variantistico continuerà nell’edizione del 1936, per la Casa Editrice Nuovissima di Roma, e in quella del 1942 per la Mondadori di Milano, con la quale si può considerare conclusa la complessa vicenda elaborativa dell’”Allegria”.
Quella del 1942 è la versione mantenuta in “Vita d’un uomo. 106 poesie 1914-1960”, alla quale ci atteniamo nella nostra ricerca sul primo nucleo de “Il Porto Sepolto”, tenendo conto di come Ungaretti abbia voluto modificare e correggere nel tempo i testi del giovane Fante-Poeta.
A proposito del titolo originario, è lo stesso poeta a illustrarne il valore complesso, referenziale e simbolico insieme.