Analisi e commento di “Sovrumana dolcezza” di Umberto Saba (da Il Canzoniere)

Sovrumana dolcezza
io so, che ti farà i begli occhi chiudere
come la morte.

Se tutti i succhi della primavera
fossero entrati nel mio vecchio tronco,
per farlo rifiorire anche una volta,
non tutto il bene sentirei che sento
solo a guardarti, ad aver te vicina,
a seguire ogni tuo gesto, ogni modo
tuo di essere, ogni tuo piccolo atto.
E se vicina non t’ho, se a te in alta
solitudine penso, più infuocato
serpeggia nelle mie vene il pensiero
della carne, il presagio

dell’amara dolcezza,
che so che ti farà i begli occhi chiudere
come la morte.

PARAFRASI
1-3. io so: io conosco. La sovrumana dolcezza è quella dell’amore, impeto totale e totale abbandono, e per questo inesplicabile fuso con l’istinto freudiano di morte.
7. bene: pienezza di vivere, felicità
11-12. alta solitudine: profonda, ma anche, e soprattutto “nobile”, “elevata”.
13-14. il pensiero della carne: il desiderio sensuale ma d’ una sensualità inscindibile dal “pensiero”, dall’interiorità, come si accennava nella promessa.

Breve commento

La profondità dello scavo etico-psicologico di Saba dona al suo linguaggio l’essenzialità che gli altri “lirici puri” cercarono per strade diverse, soprattutto nei vertiginosi trapassi analogici. Il linguaggio di questa, che è una delle più intense sue poesie d’amore, appare inedito, nonostante la quotidianità del lessico; sono soprattutto il ritmo, l’ordine interno del discorso, legato alla scoperta dei moti elementari del cuore, a dare questa impressione. La lirica propone e supera il tema romantico e freudiano di amore e morte, come l’artificiosa divisione fra corpo e anima; coglie l’essenza dell’amore come desiderio puro, assoluto, un viversi della vita come gioia.