Giuseppe Ungaretti: svolgimenti della poesia ungarettiana.

Dopo avere fissato alcune direttive di fondo della poetica di Ungaretti, converrà soffermarsi brevemente sul fatto che il suo discorso venne via via modificandosi dall’Allegria al Sentimento del tempo al Dolore alla Terra promessa, nella ricerca, sempre, d’una testimonianza integrale. La ricerca dell’autenticità assoluta della parola provocò un’ampia messe di varianti delle singole liriche delle successive edizioni delle raccolte. Vi furono anche poesie non ripubblicate, che, nel 1945, un critico, Giuseppe De Robertis, raccolse, insieme con quelle apparse su riviste e mai in volume, col titolo di Poesie disperse. I momenti più importanti del cammino ungarettiano possono essere individuati nella formazione a Parigi, nella prima collaborazione alla rivista “Lacerba” (1915), poi nella pubblicazione del Porto Sepolto, propiziato anche dalla fondamentale esperienza della guerra, e infine, nell’abbandono dello sperimentalismo d’avanguardia che coincide col Sentimento del Tempo. Si cercherà di seguire questa evoluzione nella presentazione delle singole raccolte. Qui ci soffermiamo sugli inizi della sperimentazione ungarettiana, antecedente al Porto sepolto e alla complessa vicenda editoriale dell’Allegria. Fondamentale, nella formazione ungarettiana, fu il primo soggiorno parigino, a ridosso della prima guerra mondiale, con la conoscenza dei testi simbolisti e postsimbolisti, l’amicizia con Apollinaire e pittori d’avanguardia quali Picasso, Braque, De Chirico, Modigliani, Boccioni. A Parigi Ungaretti incontrò anche letterari italiani, da Marinetti a Soffici a Palazzeschi a Papini, e da questo incontrò maturò la sua collaborazione a “Lacerba”: 16 poesie pubblicate nel 1915, nelle quali egli fa, si può dire, i conti con Palazzeschi e col Futurismo, accogliendone istanze e suggestioni, ma con uno svolgimento sin da allora originale, evidente nonostante il forte carattere sperimentale di queste liriche e certi loro accenti parodistici che sembrano accomunarlo agli “incendari” dell’epoca. Dopo il primo, fondamentale approdo del Porto sepolto, lo sperimentalismo ungarettiano è rivolto alla correzione dei propri testi, a una sempre concentrazione maggiore espressiva, a una totale “essenzialità” che divengono un mito: l’attuazione della volontà di ritrovare una significazione totale nella parola, di fare di ciascuna di esse una re-invenzione del linguaggio e della vita. Ci limitiamo qui a dare qualche esempio dei primi momenti della poesia di Ungaretti e della attività correttoria, magari molti anni dopo la composizione d’una lirica. Si avverte una volta per tutte che correzione non significa immediatamente miglioramento sul piano espressivo. Conviene molto spesso prendere atto di una trasformazione del testo e anche del suo allineamento su nuovi parametri di sensibilità e di gusto o dell’autore o della civiltà letteraria coeva: valutarli, cioè, soprattutto dentro una storia.